Cos’è lo Sviluppo Sostenibile?
L’aggettivo sostenibile è ultimamente sempre più associato a modelli di sviluppo, sistemi e tecnologie, che sono rispettosi dell’ambiente. Il focus è spesso sulla capacità di conservare le risorse non rinnovabili, proteggere gli ecosistemi e frenare i cambiamenti climatici.
Tuttavia, i termini sostenibilità e sviluppo sostenibile, racchiudono altri importanti significati. È sì fondamentale la salvaguardia ambientale, ma questa va necessariamente associata alla tutela dei diritti umani e all’irrinunciabile diritto allo sviluppo sociale ed economico.
Nell’ottica del concetto di sviluppo sostenibile, qualsiasi forma di sviluppo deve tener conto delle inevitabili implicazioni ambientali, economiche e sociali.
Questo concetto è ben rimarcato anche dai documenti programmatici, relativi allo sviluppo sostenibile, stilati e promossi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite in materia di sviluppo sostenibile. Questo tipo di stretta relazione tra uomo, ambiente e sviluppo è presente all’interno della Dichiarazione di Stoccolma del 1972 – legata anche alla pubblicazione Limiti dello Sviluppo. Appare nel Rapporto Brundtland del 1987 – dove è comparsa una definizione del termine sviluppo sostenibile. È alla base anche nell’attuale Agenda 2030, stilata nel 2015 e contenente gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
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La definizione di sviluppo sostenibile: Rapporto Brundtland
Una delle definizioni di sviluppo sostenibile ancora oggi ampiamente condivisa, è quella contenuta all’interno del Rapporto Brundtland. Questo fu elaborato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo.
È stato un documento chiave per la diffusione di un concetto di sviluppo sostenibile che lega assieme l’idea della tutela ambientale con il riconoscimento, rispetto e promozione, dei bisogni e diritti umani fondamentali – con particolare attenzione ai processi democratici e alle aspirazioni per una vita migliore.
“Lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie di esigenze.
Contiene al suo interno due concetti chiave:
- Il concetto di “bisogni”, in particolare i bisogni essenziali dei poveri del mondo, a cui dovrebbe essere data priorità assoluta;
- E l’idea dei limiti imposti dallo stato della tecnologia e dell’organizzazione sociale alla capacità dell’ambiente di soddisfare i bisogni presenti e futuri.”1
Nel rapporto, la crescita economica deve essere nell’ottica della riduzione della povertà e delle differenze interne e tra nazioni, affinché tutti abbiano accesso alle risorse che sostentano la crescita stessa.
I tre pilastri: società, ambiente, economia
Il concetto di sviluppo sostenibile, come sopracitato, è imperniato su tre pilastri fondamentali che sono tra loro interconnessi. Per parlare di sviluppo sostenibile, infatti, lo sviluppo deve idealmente essere nel rispetto delle sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
Sostenibilità sociale
Lo sviluppo deve garantire le condizioni di benessere umano a tutti, senza distinzioni di classe, genere o qualsivoglia minoranza, e un’equa distribuzione delle risorse. I bisogni legati a cibo, vestiario, alloggio e lavoro devono essere garantiti, così come anche il diritto di veder soddisfatte le proprie aspirazioni di una vita migliore. Devono essere garantiti le condizioni legate alla sicurezza umana in ogni suo aspetto, nonché quelle legate a salute, istruzione, democrazia, partecipazione nella società e giustizia.
Secondo quanto affermato anche dal rapporto Brundtland, la soddisfazione dei bisogni e delle aspirazioni umane deve essere uno dei principali obiettivi dello sviluppo. Questo anche perché, in un mondo in cui la povertà e l’ineguaglianza sono endemiche, sarà sempre possibile una crisi ecologica, o anche crisi di altro tipo.
Sostenibilità ambientale
Lo sviluppo non deve distruggere ma mantenere l’equilibrio ecosistemico, garantendo la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali.
La crescita e lo sviluppo economici implicano ovviamente cambiamenti nell’ecosistema fisico, ma è fondamentale conservare le risorse, le specie vegetali e quelle animali. Inoltre, si devono ridurre al minimo possibile gli impatti negativi sulla qualità dell’aria, dell’acqua e degli altri elementi, in modo da garantire e sostenere l’integrità complessiva dell’ecosistema.
Quando si tratta di risorse rinnovabili, come le foreste e gli stock ittici, se ne può far uso solo a condizione che il tasso di utilizzo rientri nei limiti della rigenerazione e della crescita naturale. Considerazioni di questo tipo non devono essere fatte solo per la specifica risorsa che si intende consumare, infatti, va sempre tenuto presente che la maggior parte delle risorse rinnovabili fa parte di un ecosistema complesso e interconnesso. La terra non dovrebbe essere degradata oltre un ragionevole recupero.
Per quanto riguarda le risorse non rinnovabili, come i combustibili fossili e i minerali, bisogna ricordarsi che il loro utilizzo nel presente riduce lo stock disponibile per le generazioni future, ponendo quindi in essere questioni di equità intergenerazionale. Specialmente quando si tratta di risorse critiche, è necessario garantire che la risorsa non si esaurisca prima che siano disponibili sostituti accettabili.
Sostenibilità economica
La sostenibilità economica può essere definita come la capacità di un sistema economico di generare una crescita duratura del reddito e del lavoro dignitoso, al fine di garantire il sostentamento delle popolazioni e dello sviluppo stesso.
Sostanzialmente, il concetto di sviluppo sostenibile deve vedere una sinergia tra elementi diversi, tutti volti a migliorare l’attuale sistema, avendo cura di preservare e soddisfare anche i bisogni e le aspirazioni umane future. Che si tratti di sfruttamento delle risorse, sviluppo tecnologico, investimenti, o cambiamenti istituzionali, l’obiettivo deve essere comune: il raggiungimento di un benessere sociale diffuso, garantendo al contempo anche la salvaguardia delle generazioni future e dell’ambiente.
Fonti:
1) Our Common Future: Report of the World Commission on Environment and Development, 1987. In: Chapter 2: Towards Sustainable Development. Oxford and New York, Oxford University Press, xv+ 383 pp. Reperibile su: http://www.un-documents.net/ocf-02.htm
MSc in International Security Studies
Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna e Università di Trento
Specializzata in cambiamenti climatici, sviluppo sostenibile e cooperazione allo sviluppo.