Cambiamenti climatici
Posidonia: fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici

Posidonia: fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici

La posidonia, conosciuta anche come fanerogama marina e spesso scambiata per un’alga, è in realtà è una pianta acquatica, appartenente alla famiglia delle Posidoniacee. Si tratta di una pianta diffusa soprattutto nelle acque dell’Australia e in tutto il Mar Mediterraneo, con una specie in particolare che è endemica del Mediterraneo – la posidonia oceanica. Vive in acque poco profonde e riparate, generalmente lungo le coste.

L’importanza dell’ecosistema

La sua presenza è fondamentale per la buona salute dei mari, in quanto funge da riparo per moltissime specie, ed è scelta da molti pesci anche come nursery per i piccoli. 10.000 m2 di prateria di posidonia possono ospitare 80.000 pesci e oltre un milione di invertebrati.

Consolidando il fondale vicino alle coste e, smorzando la forza delle correnti e del moto ondoso, è un ottimo strumento di contrasto sia per l’erosione costiera che per lo spostamento di sedimenti lungo i fondali.
Anche quando si trovano sulle spiagge, soprattutto nei mesi invernali, è importante non rimuoverle perché proteggono le spiagge stesse dalle mareggiate.

posidonia protezione mare cambiamenti climatici - protezione da mareggiate

Oltre a essere importante per la preservazione dell’ecosistema marino e costiero, è uno strumento fondamentale e incredibile anche nella lotta ai cambiamenti climatici. Le posidonie, infatti, catturano CO2 fino a 35 volte più velocemente delle foreste pluviali tropicali, come la foresta Amazzonica. Infatti, per ogni metro quadro di posidonie, al giorno, vengono liberati nell’ambiente fino a 20 litri di ossigeno. Anche ricoprendo solo lo 0,2% dell’attuale fondale marino, queste piante assorbono, ogni anno, il 10% dell’anidride carbonica dell’oceano1.

Inoltre, la posidonia è in grado di contrastare anche altre problematiche ambientali. Questa pianta, infatti, può catturare e contenere, nei suoi tessuti, grandi quantità di inquinanti.

Rischio estinzione

Sfortunatamente, negli ultimi anni, le praterie di posidonia si stanno restringendo e sono a rischio, soprattutto nel Mar Mediterraneo.

Questo è legato a vari fattori, tra cui l’aumento della presenza dell’uomo sulla fascia costiera, il riscaldamento delle acque, l’inquinamento marino, il diffondersi della pesca a strascico, e a tutte quelle cause antropiche che vanno ad alterare i fondali marini. Tra quest’ultimi, sono particolari fattori di rischio: le dighe foranee e le barriere che modificano la normale sedimentazione del fondale, così come il prelievo di sedimenti dai fondali per il ripristino dei lidi costieri, e anche le ancore delle barche, che raschiano i fondali.

In relazione all’inquinamento marino, invece, gli sversamenti di idrocarburi, detergenti, vernici, rifiuti solidi ed altre sostanze tossiche da imbarcazioni e navi sono particolarmente nocive per le posidonie.
Inoltre, la costruzione di opere costiere e la conseguente immissione di scarichi fognari in mare aumentano la torbidità dell’acqua e vanno ad ostacolare la fotosintesi.

Infine, un altro fattore rilevante di rischio è legato al diffondersi di altre specie, soprattutto di alghe invasive. Nel Mediterraneo, negli ultimi anni, le praterie di posidonie sono particolarmente minacciate dalla competizione con due alghe tropicali – la Caulerpa taxifolia e la Caulerpa racemosa. Queste, inserite accidentalmente nell’ecosistema locale, hanno finito non solo per alterarlo, ma anche per danneggiarlo e porlo fortemente a rischio.

Possibili conseguenze

La scomparsa delle praterie di posidonia potrebbe avere effetti negativi anche su ecosistemi esterni alla posidonia stessa. Primi fra tutti, sarebbero messe a rischio tutte le specie che vi vivono all’interno, o che comunque trovano riparo e nutrimento al suo interno. Le spiagge antistanti sarebbero esposte a maggior rischio erosivo, e la qualità dell’acqua peggiorerebbe, non avendo più il sistema di filtraggio che viene espletato dalle posidonie.

Una risorsa da proteggere

Nel Mar Mediterraneo le praterie di posidonie sono ritenute una comunità climax, e sono cioè rappresentative del massimo livello di sviluppo e complessità raggiungibile dall’ecosistema. In quanto tali, sono riconosciute come uno dei più importanti ecosistemi del Mar Mediterraneo, se non il più importante. A livello europeo sono state riconosciute come habitat prioritario e da proteggere – ed è in tal direzione che dobbiamo assolutamente impegnarci per proteggere i nostri mari.

In molti posti si sta già agendo per cercare di ripristinare parti di praterie di posidonia che si sono perse a causa dell’azione umana, tra cui in Virginia, Florida, Hawaii, e nel Regno Unito. È stato dimostrato che tali reintroduzioni migliorano notevolmente i servizi ecosistemici2.

Secondo una ricerca pubblicata dal World Resources Institute – The Ocean as a Solution to Climate Change: Five Opportunities for Action3, è molto importante ripristinare le praterie di posidonie danneggiate o perdute, e lo è ancora di più impegnarsi nella protezione e conservazione di quelle esistenti. La conservazione delle posidonie, infatti, è riconosciuta dalla ricerca come ancora più importante della protezione di paludi e mangrovie, per quanto riguarda la protezione degli ecosistemi marini mondiali e per la lotta ai cambiamenti climatici.

Fonti:
1) Fourqurean J.W., Duarte C.M., Kennedy H., Marbà N., Holmer M., Mateo M.A., Apolstolaki E.T., Kendrick G.A., Krause-Jensen D., McGlathery K.J., Serrano O., Seagrass ecosystems as a globally significant carbon stock, 2012. Pubblicato in Nature Geoscience 5, 505-509, 2012.
2) Unsworth R.K.F., McKenzie L.J., Collier C.J., Cullen-Unsworth L.C., Duarte C.M., Eklöf J.S., Jarvis J.C, Jones B.L., Nordlund L.M, Global challenges for seagrass conservation, 2019. Pubblicato in Ambio 48, 801–815, 2019.
3) Hoegh-Guldberg O., The Ocean as a Solution to Climate Change: Five Opportunities for Action, 2019. Report commissionato dall’High Level Panel for Sustainable Ocean Economy. Washington, DC: World Resources Institute.

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