
Come rendere la propria dieta più etica e sostenibile
Il primo passo per chiunque si ponga il problema di rendere la propria dieta più sostenibile, è quello di chiedersi come e dove vengono prodotti gli alimenti che si acquistano.
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L’impatto ambientale
Per chi si pone questa domanda per la prima volta, la risposta ideale probabilmente lo porterà ad eliminare il consumo di carne dalla propria dieta – dato il suo ormai noto impatto ambientale1 -, o comunque a ridurlo, se proprio non vi si vuole rinunciare. Procedendo poi, ognuno con i propri tempi e modi, sempre più verso un’alimentazione completamente vegetale, ricordandosi che ogni piccolo passo in più ha il suo valore e il suo impatto. La perfezione non esiste. Certo, si può cercare di raggiungerla, ma è sempre bene ricordare che cento persone che provano a fare un cambiamento, anche parziale, hanno un impatto maggiore di una singola persona che ricerca la sostenibilità assoluta. Non giudichiamo gli altri per il loro percorso, a qualsiasi punto essi si trovino, aiutiamoli invece, sostenendoli e dando loro informazioni, ad andare pian piano avanti.
Per chi ha già adottato uno stile di vita vegano, il miglior consiglio è quello di prediligere i prodotti locali, possibilmente di stagione e biologici, sia per quanto riguarda la frutta e la verdura, che per i cereali, i legumi e i prodotti più o meno raffinati. L’attenzione deve essere rivolta anche al livello di confezionamento dei prodotti, qui generalmente vale la regola del meno son imballati e meglio è. Quando possibile è da prediligere lo sfuso, facendo la spesa con i propri sacchetti riutilizzabili, con le borse di stoffa, o comunque acquistando prodotti con imballaggi biodegradabili.

L’impatto umano
Parallelamente, si deve pensare anche al benessere dei lavoratori che hanno prodotto gli alimenti che andiamo a comprare. Secondo il quinto Rapporto Agromafie del 2017, elaborato da Eurispes, in collaborazione con Coldiretti e con l’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare, quasi un quinto dei prodotti agroalimentari importati in Italia non rispettano le normative vigenti nel nostro Paese in materia di tutela dei lavoratori2.
È per questo che, soprattutto per quegli alimenti dietro ai quali è noto un grande sfruttamento, e generalmente pessime condizioni di lavoro e di retribuzione per i lavoratori, come per il cacao, il caffè, gli anacardi e le banane, è sempre bene prediligere prodotti per i quali è possibile tracciare l’intera filiera produttiva, derivanti dal commercio equosolidale e possibilmente biologici.
Tuttavia, non bisogna limitarsi a prestare attenzione solo ai prodotti importati, perché anche in Italia il problema del caporalato e dello sfruttamento umano nel settore agroalimentare è una questione attuale e più che mai concreta. La criminalità all’interno della filiera del cibo agisce sia sfruttando i lavoratori coinvolti nella produzione, che passando per i mercati di libero scambio e distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale, soffocando così l’imprenditoria onesta. Come riporta il sesto Rapporto Agromafie del 2019, non sono da trascurare nemmeno le conseguenze ambientali, e per la salute umana, della criminalità in ambito agroalimentare, considerando che in Italia, ogni anno, si registrano più di 30 mila ecoreati legati alle discariche abusive e alle illegalità nella gestione dei rifiuti3.
Riflettiamo su cosa abbiamo nel piatto
Riflettere su che cosa scegliamo di mettere nel nostro piatto, è qualcosa che va oltre alla sola nostra nutrizione, può infatti avere un rilevante impatto sull’ambiente, la nostra salute, il benessere dei lavoratori e sull’intera filiera agroalimentare.
Fonti:
1) Clark M.A., Domingo N.G.G., Colgan K., Thakrar S.K., Tilman D., Lynch J., Azevedo I., Hill J.D., Global food system emissions could preclude achieving the 1.5° and 2°C climate change targets, 2020. In: Science 06 Nov 2020, Vol. 370, Issue 6517, pp. 705-708. DOI: 10.1126/science.aba7357
2) Eurispes, Agromafie – 5° Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia. Minerva, 2017.
3) Eurispes, Agromafie – 6° Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia. Minerva, 2019.

MSc in International Security Studies
Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna e Università di Trento
Specializzata in cambiamenti climatici, sviluppo sostenibile e cooperazione allo sviluppo.
1 thought on “Come rendere la propria dieta più etica e sostenibile”
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