L’Italia ha raggiunto oggi l’Overshoot Day: cos’è e cosa significa?
Come umanità, stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità, consumando più risorse di quanto ci possiamo permettere. Questo vuol dire che l’uomo consuma più risorse di quante la Terra riesca a produrne, o comunque che le consumiamo più rapidamente di quanto la Terra non riesca a rigenerarle.
Lo sfruttamento delle risorse è eccessivo, con l’impronta ecologica dell’uomo che ogni anno diventa sempre più grande e insostenibile. Contemporaneamente, le possibilità della Terra di rigenerare risorse diventano sempre più scarse – a causa di fenomeni come l’inquinamento, il disboscamento, la perdita di biodiversità, la sovrapesca, e il consumo smodato ed eccessivo in generale.
Il problema è che viviamo in un ecosistema chiuso, un po’ come se fossimo delle persone chiuse su una navicella spaziale, e quindi se non siamo in grado di rigenerare le nostre risorse, andiamo incontro all’estinzione.
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Cos’è l’Overshoot Day?
Aver raggiunto l’Overshoot Day significa che abbiamo consumato più risorse di quanto la Terra non rinnovi in un anno, secondo i calcoli del Global Footprint Network – l’Associazione Globale per il calcolo dell’Impronta Ecologica dell’umanità.
Questo viene calcolato come il rapporto tra biocapacità terrestre, cioè le risorse che vengono rigenerate ogni giorno, e l’impronta ecologica mondiale giornaliera, per 365 giorni. In linea teorica, questo calcolo restituisce la quantità di risorse che sono disponibili, a livello globale, nel corso di un anno.
Il problema sta nel fatto che ad oggi, 13 maggio 2021, l’Italia ha già raggiunto questo livello massimo di risorse consumabili. Dopo solo 5 mesi abbiamo consumato le risorse rigenerate sulla Terra in un anno. Da oggi siamo in debito nei confronti della Terra, e questo significa che le risorse che consumiamo da qui in avanti, in realtà, sono risorse che appartengono alla generazione successiva. Qui sorge un problema, oltre che ambientale, di equità intergenerazionale.
Si tratta di un calcolo estremamente complesso, e non ci si può aspettare che ogni parametro sia perfettamente accurato dal punto di vista scientifico. Ma è sicuramente un valore indicativo che serve per comprendere e farsi un’idea abbastanza accurata dello stato delle cose.
E il resto del mondo?
A livello mondiale si prevede che l’Overshoot Day verrà raggiunto per il 5 giugno, quest’anno. Alcuni paesi, però, tra cui l’Italia oggi, l’hanno già raggiunto. Tra questi, il Qatar l’ha raggiunto il 9 febbraio, il Lussemburgo il 15 febbraio, l’UAE il 7 marzo, e il 14 marzo il Canada, Kuwait, e Stati Uniti.
Altri paesi che, ad oggi, hanno già superato l’Overshoot Day sono Australia, Danimarca, Belgio, Corea, Svezia, Finlandia, Singapore, Norvegia, Arabia Saudita, Israele, Russia, Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia, Germania, Giappone, Francia, e Svizzera.
Seppur in Italia sembreremmo consumare meno risorse di altre nazioni europee, in realtà, se lo si va a rapportare alla dimensione del nostro Paese, abbiamo un consumo estremamente elevato.
Nel mondo, i Paesi più poveri hanno un impatto inferiore sul consumo globale delle risorse. Con l’Indonesia, l’Ecuador, il Nicaragua, l’Egitto, il Guatemala, l’Iraq, Cuba e la Colombia che raggiungeranno l’Overshoot Day a novembre o dicembre.
Il movimento Move The Date
Il movimento Move The Date – letteralmente Sposta la Data -, mira a informare la popolazione mondiale sull’importanza di posticipare sempre più l’Overshoot Day. L’obiettivo è di spostarlo 5 giorni ogni anno, il che significa sì cambiare in modo radicale il nostro modo di vivere, ma è anche assolutamente necessario.
Lo scorso anno siamo riusciti a ritardare l’Overshoot Day di tre settimane rispetto al 2019, ma in realtà soltanto per via delle misure prese in contrasto alla pandemia, con la riduzione della produzione industriale, dei consumi e degli spostamenti.
In realtà, negli ultimi anni, l’Overshoot day si sta sempre anticipando, almeno di un giorno – nel 1975 era il 28 novembre. L’anticipo annuale di un solo o pochi giorni sembrerebbe poco, ma ha conseguenze estremamente rilevanti.
Come agire per fare la differenza?
Dobbiamo iniziare a considerare le risorse come beni da usare in modo responsabile, senza eccessi ne sprechi. Dobbiamo rivedere il modo in cui produciamo e consumiamo il cibo, l’energia, e tutto ciò che compriamo e ci circonda.
Le scelte individuali possono davvero fare la differenza, perché il modo in cui decidi di agire, votare, e investire i tuoi soldi, influenza su larga scala le politiche aziendali e anche quelle governative. È proprio da noi, e dalle nostre scelte, che parte la politica.
MSc in International Security Studies
Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna e Università di Trento
Specializzata in cambiamenti climatici, sviluppo sostenibile e cooperazione allo sviluppo.