Alimentazione
“Un milione di specie rischia l’estinzione”, la colpa è del sistema alimentare globale

“Un milione di specie rischia l’estinzione”, la colpa è del sistema alimentare globale

Un milione di specie animali e vegetali rischia l’estinzione nell’arco di pochi decenni e la causa principale dietro a questo è il sistema alimentare globale, sia per quanto riguarda la produzione che la domanda e il consumo di cibo. Questo è quanto afferma il nuovo studio, Food System Impacts on Biodiversity Loss, di Chapman House – una think tank londinese -, in collaborazione con UNEP – il programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente -, e Compassion in World Farming.

Lo studio riporta come la perdita di biodiversità stia accelerando in tutto il mondo. Il ritmo globale di estinzione delle specie è, ad oggi, nettamente maggiore del ritmo medio di estinzione nel corso degli ultimi 10 milioni di anni.

Dietro a questa tendenza, è individuabile un responsabile primario: il sistema alimentare globale. A questo è imputabile la minaccia ad almeno l’86% delle specie in via di estinzione.

Negli ultimi 50 anni, la principale causa nella riduzione della biodiversità è riconducibile alla perdita di habitat naturali legata alla trasformazione degli ecosistemi naturali per permettere l’agricoltura e gli allevamenti.

perdita biodiversità e sistema alimentare - nuovo studio

Dove ci ha portato l’obbiettivo “cibo economico”?

Il nostro sistema alimentare, negli ultimi decenni, ha puntato a rendere il cibo sempre più accessibile ed economico. Se da un lato questo ha favorito un più largo accesso al cibo, dall’altro se ne è risentito in qualità del risultato della produzione e nel cambiamento delle tecniche stesse di produzione.

Le strutture economiche si sono concentrate sul produrre una quantità maggiore di cibo a un costo inferiore, ma per far questo si è andati a intensificare la produzione agricola in modo del tutto sbilanciato e insostenibile.

Le conseguenze le stiamo già vedendo adesso: i terreni agricoli sono degradati, le acque inquinate, e gli ecosistemi danneggiati. Anche la capacità produttiva dei terreni è diminuita, e si rende quindi necessario acquisire nuovi terreni – cosa generalmente fatta attraverso la deforestazione – per poter mantenere la produzione al passo con la domanda alimentare. Questa pressione sui terreni, e sugli ecosistemi in generale, è aggravata anche da un aumento globale del consumo di alimenti più economici sul mercato ma che richiedono un alto consumo di risorse durante il processo produttivo.

Nel Report si sottolinea come “questo paradigma abbia portato all’instaurarsi di un circolo vizioso: il minor costo della produzione alimentare crea una maggiore domanda di cibo, che deve quindi essere prodotto a un costo inferiore, causando un’intensificazione delle attività agricole e ulteriori bonifiche di terreni”.

Il Direttore della Divisione Ecosistemi dell’UNEP, Susan Gardner, ha sottolineato che “il sistema attuale è un’arma a doppio taglio. La produzione di più cibo e ad un costo inferiore non tiene presenti i costi nascosti [o esternalità negative] che ricadono sia sulla perdita di biodiversità che sulla nostra stessa salute”.

L’attuale sistema alimentare non è sostenibile

Il Report dimostra come l’attuale produzione alimentare non sia sostenibile, perché “dipende in larga misura dall’uso di fattori di produzione come fertilizzanti, pesticidi, energia, terreni e acqua, e da pratiche non sostenibili come le monocolture e le coltivazioni intensive. Questo ha ridotto la varietà di paesaggi e habitat, minacciando o distruggendo l’allevamento, l’alimentazione e/o la nidificazione di uccelli, mammiferi, insetti e organismi microbici, e mettendo a rischio molte specie vegetali autoctone.

L’attuale sistema alimentare è anche un importante contributore alle emissioni globali di gas serra. In quanto tale, è in parte responsabile del cambiamento climatico, che va a degradare ulteriormente gli habitat naturali e gli ecosistemi, mettendo a rischio un numero ancor maggiore di specie animali e vegetali – creando anche “nuove opportunità per l’insorgenza di malattie infettive, dato che le specie sono in contatto e in competizione tra loro”.

Una riforma del nostro sistema alimentare è fondamentale per rallentare e provare a fermare la perdita di biodiversità, ma anche per mantenere i mezzi di sussistenza umani.

Come e cosa cambiare?

Appare evidente che una riforma del sistema alimentare sia necessaria, ma in quale direzione? Il Report Food System Impacts on Biodiversity Loss, ritiene che la riforma debba agire principalmente su tre livelli molto interdipendenti:

perdita biodiversità e sistema alimentare - come cambiare il sistema alimentare

  • “I modelli dietetici globali devono convergere verso diete basate maggiormente sul consumo di alimenti vegetali, a causa dell’impatto sproporzionato dell’allevamento di animali sulla biodiversità, sull’uso del suolo e sull’ambiente. Un tale cambiamento gioverebbe anche alla salute alimentare delle popolazioni di tutto il mondo e contribuirebbe a ridurre il rischio di pandemie. Lo spreco alimentare globale deve essere ridotto in modo significativo”. Così facendo, si andrebbe a ridurre notevolmente la pressione sulle risorse naturali, perché si ridurrebbe la domanda di quelle stesse risorse.
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  • Deve aumentare la quantità di terreni isolati e protetti – non convertiti in terreni a uso agricolo -, così come anche il numero delle riserve naturali. “La protezione della terra dalla conversione o dallo sfruttamento è il modo più efficace per preservare la biodiversità, quindi dobbiamo evitare di convertire la terra per l’agricoltura. Il ripristino degli ecosistemi nativi su terreni agricoli ripristinati offre l’opportunità di aumentare la biodiversità”.
  • Il nostro modo di coltivare deve essere trasformato in modo tale da essere più in sintonia e rispettare la natura. Il sistema produttivo deve sostenere e proteggere la biodiversità, non metterla ulteriormente a rischio. Questo è possibile “limitando l’uso dei fattori di produzione e sostituendo la monocoltura con pratiche di coltivazione in policoltura”. Dobbiamo puntare a rivoluzionare il sistema introducendo pratiche di agricoltura biologica e rigenerativa.

Interconnessione

È fondamentale che questi tre elementi siano realizzati assieme, perché fortemente interconnessi. Il Report sottolinea come, se presi da soli, non siano strumenti efficaci al fine di rendere il nostro sistema alimentare sostenibile. Ad esempio, si evidenzia come, anche con l’adozione di metodi di agricoltura radicalmente differenti da quelli attuali, come l’agroforestale o l’agricoltura rigenerativa, la domanda di terreni agricoli continuerà ad aumentare se non si avrà, contemporaneamente, una riduzione significativa della domanda alimentare. Quest’ultima è possibile grazie a una transizione verso diete a base vegetali, e permette di destinare più terreni a riserve naturali e progetti di protezione degli habitat naturali, perché non sarà necessario convertirli a terreni agricoli.

2021: le occasioni per cambiare non mancheranno

Nel 2021 si terranno tutta una serie di vertici ad alto livello sui temi legati al cibo, il clima, la biodiversità e la sostenibilità in generale. Le occasioni non mancheranno, quindi, per provare a ristrutturare il sistema.

“Un obiettivo chiave sarà quello di incorporare le considerazioni sull’importanza dei sistemi alimentari nell’ampia gamma delle aree di salute e sostenibilità. È fondamentale che l’azione nazionale si concentri su una serie di triplici interventi che risultano in protezione della biodiversità, mitigazione del cambiamento climatico e miglioramento della salute pubblica e del benessere”.

Fonte:
Benton T.G., Bieg C., Harwatt H., Pudasaini R., Wellesley L., Food system impacts on biodiversity loss – Three levers for food system transformation in support of nature, 2021. Chatham House – the Royal Institute of International Affairs, UNEP, Compassion in World Farming, February 2021. ISBN 978 1 78413 433 4

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